Il 9 Giugno 2001, nell'Aula G1 dell'Università di Pavia, si è svolto il
Convegno "No alla globalizzazione. No alle guerre"; in questa occasione il
prof. Emilio Del Giudice (INFN) ha avanzato per la prima volta in pubblico
delle "ipotesi" che evidenziano dei nessi strettissimi tra la tecnologia
militare dei proiettili all'Uranio impoverito e la Fusione Fredda.
Considerato che stiamo parlando di una fonte d'informazione direttamente
collegata a Fleischmann, nonché il fatto che la coerenza di queste "ipotesi"
è grande, e infine, considerando il fatto che questo sembra proprio il
tassello mancante alla saga della Fusione Fredda, ritengo importante darne
qui sinteticamente notizia.
- Il proiettile all'Uranio impoverito dovrebbe semplicemente bucare il
carro armato e non certo causarne la fusione all'interno; inoltre, i morti
nei carri armati colpiti da tali proiettili, sono stati trovati scuri di
pelle, come fossero stati esposti a radiazioni ionizzanti; inoltre, il
metallo del carro armato diviene radioattivo.
- Nel bunker a Bagdad, dove furono usati proiettili più grandi, sono state
trovate le impronte di uomini vaporizzati sulle pareti, come avvenne a
Hiroshima e Nagasaki.
- La spiegazione potrebbe risiedere nel seguente meccanismo di massima: un
proiettile di uranio, caricato di deuterio fino a una certa soglia, quando
impatta sull'obbiettivo alle velocità enormi tipiche di quei proiettili,
ovviamente si comprime; viene raggiunta così la densità critica di deuterio
nell'uranio, il che dà origine a uno stato di pre-fusione nucleare fredda
che innesca a sua volta un fenomeno di fissione nucleare sui generis, con
grande emissione di calore e raggi gamma.
Saremmo di fronte, quindi, ad un'arma nucleare, ma tattica (può agire in
maniera delimitata) perché non ha bisogno della massa critica!
Buona parte dei fenomeni sociologici inquisitori e antidemocratici propri
della saga della Fusione Fredda troverebbero una semplice spiegazione,
dunque, ipotizzando un cosciente e ben riuscito tentativo di insabbiamento
di segreti militari.
----------
(dalla mia relazione a SCIENZA&DEMOCRAZIA)
Questo è il link principale:
http://www2.unibas.it/utenti/ogdc/
Vai al link CONTRIBUTI.......
------
TITOLO: Fusione fredda - Moderna storia d'inquisizione e d'alchimia
AUTORE: Roberto Germano
CASA EDITRICE: Saggi Bibliopolis (2000) PAG. 194 L. 25.000
ISBN 88-7088-397-3
Energia per tutti e quasi a costo zero?! La fusione nucleare che avviene
nelle stelle si può ottenere in una cella elettrolitica grande quanto un
bicchiere d'acqua e a temperature ordinarie! Sono passati ben 12 anni dal
primo annuncio da parte di Fleischmann e Pons di quelle anomalie
sperimentali, così difficili da replicare, battezzate col nome di «Fusione
Fredda». Ma ora la mole di lavoro di ricerca che con svariate tecniche
corrobora l' esistenza effettiva di quelle anomalie è enorme. In Italia
operano gli unici fisici teorici che abbiano elaborato un modello teorico
della Fusione Fredda. Ciò li conduce ad ottenere (nel loro laboratorio
privato) la perfetta padronanza del fenomeno. Ed ora, a Frascati, sta per
partire un laboratorio nazionale congiunto tra la loro azienda, l'ENEA e
l'INFN. Risulta chiaro che la Fusione Fredda è solo la punta dell'iceberg di
una nuova rivoluzione scientifica ormai alle porte. Intanto la massiccia e
ricca lobby dei frustrati propugnatori della «Fusione Calda», nonché quella
dei fisici nucleari troppo legati al vecchio paradigma in cui «la Fusione
Fredda è impossibile e basta» tacciono colpevolmente. I padroni dell'
energia prodotta coi metodi standard ridicolizzano o insabbiano: forse la
Fusione Fredda non è centralizzabile! E per l'osservatore superficiale,
anche se magari professore di fisica, la Fusione Fredda è una «bufala». Ma
negli U.S.A. tutto questo è già agli onori della cronaca. In Giappone,
intanto, la Mitsubishi e la Toshiba hanno depositato brevetti in tal campo.
Roberto Germano