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DEPRESSIONE MANIACALE: UN TRATTAMENTO ALTERNATIVO
di Martha Sanbower

Dieci anni fa, dopo una serie di episodi psicotici fui diagnosticata come “maniaco – depressiva” e mi fu detto che avrei dovuto prendere il litio per il resto della mia vita.
Avendo scelto di rifiutare questo trattamento farmacologico mi ritrovai invece su un sentiero di scoperta personale. E ciò che cominciò per me come una ribellione contro i trattamenti psichiatrici usuali, divenne un eccitante processo di apprendimento attraverso il quale io imparai un nuovo modo di interpretare i miei sintomi e sviluppai spontaneamente dei metodi per curare me stessa.
Infernali esperienze di ospedalizzazione mi lasciarono con poca fiducia nei moderni trattamenti psichiatrici. Come paziente io ero danneggiata dall’aiuto psichiatrico, chiusa in stanze vuote, trattata con terapia convulsivante e trattata con una miriade di altre maggiori o minori aggressioni.
Contro il mio volere io fui forzata a prendere farmaci che causavano molti effetti spiacevoli incluso parkinsonismo, fotofobia e sete eccessiva.
Sebbene la malattia maniaco depressiva sia considerata di origine biochimica, questo trattamento di approccio violento sembra spiegato con l’influenza freudiana; il selvaggio maniaco inconsapevole deve essere controllato e riportato alla sottomissione con farmaci e contenimenti.
Mentre il farmaco litio è il trattamento di scelta della maggioranza degli psichiatri, il meccanismo attraverso il quale questo farmaco sembra lavorare non è noto.
Sebbene lodato come la panacea per la psicosi maniaco depressiva, il litio è una sostanza tossica e può causare una miriade di reazioni negative che vanno dalla diarrea alle convulsioni.
Inoltre, mentre esso può smorzare le oscillazioni estreme, prendere il litio non è un assicurazione che le oscillazioni dell’umore cessino.
Soggettivamente, tutti i farmaci, compreso il litio, mi facevano sentire peggio. Mentre mi curavo sperimentavo difficoltà di concentrazione. In aggiunta il litio sembrava uccidere la mia creatività. Ed emozionalmente io mi sentivo intirizzita; sembrava che io stessi guardando il mondo attraverso un vetro appannato – al di fuori della portata di me stessa e del mio ambiente.
Poiché non mi veniva fornita la spiegazione che all’origine dei miei problemi c’era uno squilibrio chimico, io non vedevo il motivo per cui prendere un farmaco; i farmaci mi causavano disagi e certamente non risolvevano i miei apparentemente opprimenti conflitti inconsci.
Quando il mio medico mi disse che non c’era niente che egli potesse fare per me se io non avessi preso il litio, capii di essere da sola con questo problema. L’idea che sono io responsabile della mia cura mi divenne chiara e nella sostanza divenni il medico di me stessa.
Cominciai con il chiedermi: che cosa significa l’etichetta maniaco depressivo e disordine bipolare? E scoprii che questa diagnosi è usata per descrivere sintomi che comprendono ampie fluttuazioni in ciò che generalmente viene definito umore. Mentre i cambiamenti d’umore possono portare dalle estreme vette della mania alle profondità di una depressione suicida, più moderati su e giù sono spesso diagnosticati come depressione maniacale.
Al momento gli psichiatri non sono ancora pervenuti ad una conclusione riguardo alle cause di questo problema. Mentre ci sono i restanti superstiti dell’influenza freudiana che affermano che la depressione maniacale sia causata da irrisolti conflitti inconsci, io trovo che ora la maggior parte dei medici concordi sul fatto che questa sia una malattia causata da squilibri biochimici all’interno del corpo. (Fieve, 1975).
Inizialmente inconsapevole degli aspetti chimici io cominciai il mio auto trattamento concentrandomi sugli aspetti emozionali della mia vita. Presumendo che io potessi trovare le cause emozionali della mia follia, comincia a osservare le mie emozioni.
Attraverso un serrato automonitoraggio, io presto scoprii che mentre raramente raggiungessi punti di psicosi maniacale o di depressione suicida, c’erano regolarmente leggeri cambiamenti nel mio umore. Sebbene io non trovassi una chiara connessione tra eventi che mi rendevano felice o triste e il mio stato generale dell’umore, era invece evidente che gli stress emotivi (positivi e negativi) potevano accentuare i miei su’ e giu’.
Credendo ancora che la causa dei miei problemi risiedesse nelle misteriose oscurità del mio inconscio, io entrai in psicoterapia per scendere più a fondo nella mia psiche. E sebbene io imparai preziose cose su me stessa, le mie occasionali e radicali oscillazioni dell’umore divenivano persino di più un enigma, poichè scoprii che in generale io sono una persona psicologicamente sana.
Nel corso degli anni trascorsi dal mio ricovero iniziale sviluppai una serie di problemi fisici apparentemente non correlati.
Le varie diagnosi includevano coliti, ipoglicemia, allergie, ipotiroidismo, infezioni croniche e sindrome premestruale.
Dopo la nascita dei miei due bambini le mie condizioni fisiche peggiorarono sempre più; frequentemente periodi di fatica e di malattia mi lasciavano debilitata.
Non volendo accettare l’etichetta di ipocondriaca cominciai a cercare indizi delle mie malattie fisiche che cominciavano a combaciare con i miei disturbi emozionali.
Cominciai a notare che non c’era una chiara separazione tra i miei umori e la mia salute fisica. Per esempio, tendevo ad avere alti e bassi più pronunciati durante la primavera e l’estate quando più allergeni sono presenti nell’aria. E sperimentavo ogni mese una depressione premestruale ciclica. Notando che i miei alti e bassi sembravano correlati di più al livello energetico che all’umore, io cominciai a pensare di avere oscillazioni di energia più che oscillazioni dell’umore.
Infine l’apprendimento della teoria biochimica rafforzò la mia convinzione sul legame tra il mio corpo e la mia mente.
Analizzando l’idea che la mania-depressione sia una malattia distinta come il morbillo, il cancro o la peste bubbonica, io cominciai a prendere in considerazione la mia intera collezione di sintomi fisici ed emozionali come una parte di una più grande e interrelata “gestalt”. I miei tentativi di capire queste relazioni mi condussero alle nuove idee nei campi dell’immunologia patologica e della ricerca sullo stress. Le scoperte che io feci divennero intimamente connesse con l’auto trattamento dei miei sintomi maniaco depressivi.
Nel campo dell’ecologia clinica, una nuova branca dell’immunologia, io trovai molti paralleli tra i miei sintomi e quelli delle malattie ambientali. Usando il termine allergia in senso lato per significare qualsiasi reazione patologica a qualsiasi sostanza con cui si venga a contatto, il dottor Theron Randolph (1980), un riconosciuto ricercatore in questo campo, sostiene che l’esposizione cronica a fattori allergici può alterare l’umore di una persona e influire sulla sua salute. Secondo il Dr. Randolph, in aggiunta alle allergie ai comuni pollini e muffe, cibi, inquinamento chimico e ambientale possono essere un’ulteriore fonte di problemi.
Se il sistema nervoso centrale è colpito, la risposta allergica del malato può causare sintomi così vari come il manifestarsi di una psicosi oppure leggeri problemi di concentrazione. (Philpott & Kalita, 1980; Randolph, 1980). Queste risposte sono menzionate come “allergie cerebrali”.
Individui severamente reattivi e con allergie multiple sono detti avere “malattie ecologiche”.
Randolph (1980) descrive il benessere nei termini di una continuità dalla depressione grave all’omeostasi alla mania.
Secondo il Dr. Randolph, le sostanze a cui ogni persona diviene sensibile funzionano inizialmente nello stesso modo delle droghe dandogli un iniziale senso di sollievo. L’effetto di rimbalzo crea un down nella forma di una leggera fatica o di comuni reazioni allergiche come naso che cola o tosse.
Un’esposizione continua, dice Randolph, deteriora la salute del paziente e i su e giù divengono più gravi e debilitanti.
Una malattia correlata che ha favorito la mia comprensione delle correlazioni tra i miei problemi fisici ed emozionali è la candidosi cronica. L’estesa ricerca del Dr. Orian Truss (1982), ha isolato un lievito ubiquitario patogeno, Candida albicans, come un primo agente in molti problemi fisici ed emozionali. Secondo il Dr. Truss, la candidosi cronica può causare una moltitudine di problemi fisici inclusi intolleranze alimentari e chimiche, disordini del sistema endocrino e ripetute infezioni. Le tossine del lievito rilasciate nel corpo possono causare varie reazioni cerebrali, così si può divenire sensibili ad altre sostanze come risultato di questa infezione cronica.
Essendo stata trovata nei cervelli dei pazienti diagnosticati come schizofrenici (Truss. 1984), la Candida è divenuta implicata in casi di severe psicopatologie.
Aumentando la mia convinzione nella correlazione tra i miei problemi fisici ed emozionali queste idee mi eccitavano. E mettendo insieme le informazioni dentro la struttura del modello dello stress, io sviluppai il mio approccio all’autotrattamento.
Secondo Hans Seyle (1976), lo stress è un gruppo di cambiamenti fisiologici nel corpo di una persona che incidono in particolare sul sistema endocrino e immunitario. Volgarizzato, lo stress è divenuto sinonimo di pressione emozionale. Tuttavia lo stress può essere inteso anche per i fattori puramente fisici come l’inquinamento ambientale e una dieta inadeguata.
Poiché lo stress a quanto pare prelude il processo della malattia, ne consegue che lo stress è anche coinvolto nei disturbi mentali. Ma la supposizione che la malattia mentale sia causata soltanto da stress emozionale è una conclusione illogica.
Io ho cominciato a pensare che i sintomi primari che divengono presenti nella malattia dipendano da molti fattori quali la genetica, la cultura e la dieta.
E mentre il processo morboso è lo stesso da persona a persona, la sintomatologia individuale è unica; se una persona sviluppa una malattia del cuore o la malattia “maniaco depressiva” è una questione individuale. E ciò che può essere stressante per una persona può non esserlo per un'altra.
In aggiunta, poiché la malattia è un processo che riguarda varie forze interagenti, è errato guardare soltanto ad un sintomo isolato senza guardare l’intero stato di salute individuale – sia emozionale che fisico.
Nel mio caso, io credo di avere una tendenza naturale – possibilmente ereditaria – di sviluppare reazioni cerebrali quando, sotto un pesante stress, queste reazioni cerebrali possono trasformarsi in gravi sintomi maniaco-depressivi. Mentre fattori emozionali possono causare stress, questi da soli non sono sufficienti per distruggere la mia omeostasi. Tuttavia, l’interrelazione tra fattori quali infezioni croniche, allergie, così come gli stress emozionali possono scatenare il mio particolare modi di ammalarmi.
Il traguardo di base del mio approccio all’autotrattamento è controllare quanti più fattori possibili che contribuiscono alla mia malattia.
Descritto semplicemente come un monitoraggio dello stress, ci sono quattro fasi di base di questo processo.

Primo: io devo imparare a riconoscere i segni dello stress in me stessa.
Secondo: io tento di scoprire gli stressors.
Terzo: io decido come ridurre il mio livello di stress.
Quarto e conclusivo: metto in atto i necessari cambiamenti nella mia vita.
Per il mio proposito io definisco “stress” la pressione fisica o emozionale e “stressors” qualsiasi cosa che causa stress. E se io sviluppo sintomi questo significa che sto avviandomi ad essere sotto stress. I seguenti esempi illustrano questo processo:
Le mie oscillazioni dell’umore hanno sempre coinciso con difficoltà del sonno; il più grave viraggio, il maggior problema io ce l’ho con il dormire.
Tenendo sotto controllo i miei alti e bassi ho notato che prima di qualsiasi sostanziale cambiamento nel mio umore, comincio ad avere problemi a dormire. Posso avere problemi nell’addormentarmi, puo’ essere che mi sveglio in mezzo alla notte, o posso avere un sonno agitato e pieno di sogni. Di conseguenza ho imparato a trattare qualsiasi cambiamento nel mio schema di sonno, come pronto segno d’allarme che vi e’ qualcosa di anomalo con la mia biochimica. Ad un certo punto osservando lo schema dei miei sonni, ho notato che c’era un ciclo settimanale ai miei problemi di sonno. Di domenica, avevo le piu’ grosse difficolta’, abitualmente miglioravo durante il corso della settimana.
Dopo un poco di studio, mi sono accorta che tutte le domeniche le lenzuola venivano cambiate e il profumo del detergente nelle lenzuola appena lavate, era la causa delle mie difficolta’.
Questo problema nel ciclo del sonno scomparve lavando le lenzuola con una soluzione di carbonato di sodio non profumata. Un altro esempio riguarda tenere sotto controllo il livello della mia attivita’. Nei miei periodi di iper-energia, ipermaniacali, io tendevo ad accumulare ogni sorta di attivita’. Inevitabilmente, trovandomi sovraccarica e quindi procrastinando, diventavo posseduta da un impulso ossessivo a “concludere le cose”. Alla fine il mio corpo esaurito collassa, lasciandomi depressa esaurita e a letto malata. Ho imparato a prevenire questo ciclo monitorando attentamente il mio livello di attivita’, non cercando di fare di piu’ di quello che posso confortevolmente fare con moderata energia.
Se divento sovrastimolata, un segno premonitore di difficolta’ e’ una sensazione “caffeinata” che chiamo “speeding”. Al mio primo accenno di questo “speeding” mi costringo a prendere una pausa da qualsiasi cosa stia facendo, e mi rilasso. Di solito sdraiandomi ed ascoltando una delle mie cassette rilassanti, ciò e’ sufficiente ad arrestare questo mio “speeding”. Se non affronto in tempo questo processo, tutto il mio corpo comincia a sentirsi come se stesse sprizzando attivita’, il mio polso aumenta ed ho grosse difficolta’ a calmarmi. Se il processo arriva a questo punto, allora fermo qualsiasi attivita’ e mi tratto come fossi malata - uno o due giorni a letto, leggendo per rilassarmi, magari con un po’ di televisione, ecc. Questo rimedia il problema e la mia energia ritorna normale.
Recentemente ho iniziato il trattamento della Candidosi Cronica. Principalmente, questa consiste in una dieta con pochi carboidrati, molte proteine, assumendo una medicina fungicida, per supplementare la dieta con nutrienti specifici per ricostruire il sistema immunitario. Questo trattamento ha aiutato moltissimo la mia salute sia fisica che emotiva. Trovo che lo spazio che ho senza diventare “speedy” o soffrire di altri sintomi, e’ largamente aumentato. Il trattamento della Candida, insieme all’evitare sostanze alle quali sono sensibile, come uova e profumi, e attento monitoraggio dello stress, hanno stabilizzato il mio livello di energia. Non ho piu’ cicli in cui mi sento spinta, per poi cadere completamente esaurita. In piu’, i miei umori si sono anche stabilizzati: generalmente mi sento contenta, ma non su di giri, occasionalmente triste, ma non depressa.
Non e’ una esagerazione il dire che i cambiamenti che ho fatto riguardano tutti gli aspetti della mia vita. Ho imparato ad osservarmi attentamente per sintomi di over-stress ed ho trovato il sistema di ridurre il mio carico di stress. Ed ho imparato a riconoscere ed evitare qualsiasi sostanza o attivita’ che possa influenzare negativamente il mio umore ed il mio livello di energia. La cosa piu’ importante e’ che ho avuto la volonta’ di assumermi la responsabilita’ della mia salute. Mentre io accetto il fatto che nessuno mi puo’ definitivamente guarire, il prendermi la responsabilita’ per la mia salute, non vuol dire che io debba sopportarne il peso da sola, senza aiuto da altri: proprio il contrario. Parte dell’essere responsabile della mia salute, significa anche richiedere cure opportune quando ne ho bisogno. Sono grata per l’aiuto di vari dottori dalla mente aperta, uno psichiatra ortomolecolare ed un ecologista clinico, che mi hanno aiutato sulla strada della salute. Ho imparato a chiedere aiuto alla mia famiglia ed ho loro insegnato come mi possono aiutare. Dato che sono convinta di avere la forza di influenzare quello che mi capita, e sono altamente motivata a restare sana ed evitare medicinali, ho avuto successo nel portare avanti i difficili cambiamenti nel modo di vivere, necessari per il mio benessere.
Mentre so di avere una predisposizione per la sindrome”maniaco depressiva”, so anche di avere un certo controllo su di essa; non devo vivere nella paura degli erratici capricci della mia biochimica. Né devo vivere la mia vita prendendo dei farmaci pericolosi. Mi sono imbarcata in un eccitante processo di auto-scoperta tramite l’occuparmi del mio problema. Ho acquistato acuta conoscenza della sottile influenza dell’ambiente su di me, ed ho imparato che posso controllare molti fattori che causano cambiamenti nel mio umore. Lo studiare l’interazione tra la mente ed il corpo e’diventato per me un attrazione. Ed e’ la mia speranza che gli scienziati comincino a considerare piu’ da vicino il legame corpo/mente, e che venga sviluppata una promozione della salute di persone con malattie “mentali”, piu’ umana dei trattamenti che ne mascherano i sintomi.

Bibliografia
1. Fieve, R. Moodswing. New York: William More row & Company, 1975.
2. Randolph, T. & Moss, R. An Alternative Approach to Allergies. New York: Lippincott & Crowell, 1980.
3. Truss, O. The Missing Diagnosis. Birmingham, Alabama: C. Orian Truss, M.D., 1983.
4. Philpott, W. & Kalita, D. Brain Allergies. Connecticut: Keats Publishing, Ins., 1980.
5. Selye, H. The Stress of Life. New York: McGraw-Hill, 1976.


Tradotto da due amici de La Leva: Rossella Fazi e Daniel Pellegrini Curtis.



Non si intende far utilizzare le nozioni contenute in queste pagine per scopi diagnostici o prescrittivi.
Per qualsiasi trattamento o diagnosi di malattia, rivolgetevi ad un medico competente
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