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La newsletter delle nuove medicine                 ISSN 1608-5507                                       

N° 32                                   Lunedì 12/04/2002

 

OMEOPATIA

Quando un politico invece di rappresentare gli interessi dei cittadini rappresenta gli interessi della Federfarma fa esattamente come il Ministro Sirchia, che rammentiamo era quello che aveva ventilato l’acquisto di 4 o 5 milioni dosi di vaccino antivaiolo subito dopo l’11 settembre.

Ricordatevi anche le gags  dell’antrace.

Dov’è andato a finire l’antrace?

E’ rientrato nei laboratori della Cia da dove era uscito in permesso premio.

Cari lettori quante panzane ci vengono continuamente rifilate come verità assolute e scientifiche (ci viene da ridere quando li vediamo rotolarsi nella loro scientifica ignoranza).

E non sarebbe grave se non ci andasse di mezzo la nostra salute e quella soprattutto dei nostri figli.

 

Lettera aperta a Sirchia sull’Omeopatia

Caro Signor Ministro,

è dal giorno del suo insediamento che il mondo dell’omeopatia ha chiesto un incontro per illustrarle le problematiche di medici, pazienti e operatori. Lei, a differenza dei Ministri che hanno avuto la responsabilità della Salute, si rifiuta di incontrarci nonostante le ripetute richieste da parte nostra. Siamo estremamente preoccupati perché sembra farsi strada una realtà poco rassicurante per i nove milioni d’Italiani che negli ultimi tre anni hanno utilizzato anche i rimedi omeopatici per curarsi, secondo una ricerca dell’ISTAT: ossia l’introduzione di una medicina di Stato in cui vengono negati tre principi fondamentali:

1) la libertà di scienza e di ricerca;

2) la libertà terapeutica del medico;

3) il diritto d’autodeterminazione del paziente.

Lei accusa all’omeopatia di non fare sperimentazione, mentre contestualmente stanno arrivando comunicazioni di tagli ai fondi stanziati proprio per la ricerca senza menzionare l’introduzione dei livelli essenziali d’assistenza (LEA) che “passano” alle Regioni il carico di molte cure precedentemente a carico del Ssn. Si avranno così cittadini che potranno fruire di questi servizi, grazie ad una amministrazione degli enti regionali oculata, mentre altri saranno penalizzati d il risultato finale dei LEA sarà semplicemente quello di accentuare le sperequazioni e i divari tra i cittadini. Del resto non è un caso che nell’elenco da lei fornito sulle priorità del suo mandato la libertà di scelta sia collocata al nono posto, sui dieci punti

citati. Il primo punto cita il diritto dei cittadini alla salute, ma quale, forse quella di Stato?

Per quanto riguarda l settore produttivo l’attuale atteggiamento del Ministero è fortemente penalizzante e rischia di far scomparire le aziende italiane non solo dal mercato interno, ma anche da quelli esteri più promettenti a vantaggio degli altri Paesi europei. Noi non le chiediamo di diventare favorevole all’omeopatia, ma di regolamentare il settore produttivo

secondo le caratteristiche e le esigenze che le sono proprie, così come richiesto dalla Direttiva UE e dalla legge italiana… Un altro punto sul quale è stato più volte chiesto una risposta riguarda le procedure relative alla registrazione di nuovi medicinali omeopatici. Numerose aziende nazionali hanno depositato dossier tecnici di registrazione senza che essi siano giunti alla conclusione del loro iter amministrativo Il perdurare di questa situazione va a detrimento dell’industria, del suo sviluppo e blocca ogni possibilità di espansione anche all’estero…Infine si è ripetutamente chiesto al Ministero della Salute di istituire una Commissione permanente sull’omeopatia, composta, oltre ch da funzionari del Ministero, da tecnici del settore, rappresentanti delle aziende, farmacisti e medici esperti in omeopatia…

Caro signor Ministro vorremmo spiegarle tutte queste problematiche in un incontro e non capiamo perché il suo atteggiamento evidenzi un ostracismo così netto che è peculiare solo del nostro Paese fra tutti i paesi dell’Unione Europea. Coloro che utilizzano i rimedi omeopatici, che sono comunque prescritti da medici, sono consumatori che, secondo una ricerca Doxa, hanno un atteggiamento maturo, consapevole e non fanatico; sono in grado di discernere a chi rivolgersi sulla base dei disturbi di cui soffrono e, comunque, sono arrivati a questa scelta terapeutica dopo aver provato l’allopatia. Gli operatori del settore rappresentano una realtà industriale composta da aziende di medio piccole dimensioni sia italiane che straniere, per un fatturato complessivo di 122,6 milioni di ¤ con prodotti rivolti a 12.000 medici prescrittori per un totale di 9 milioni di pazienti che a questo punto non si sentono tutelati né rappresentati da lei.

Dr. Valentino Corradi dell’Acqua, presidente ANIPRO

Prof. Paolo Bellavite; associato di Patol. Gen. Univ. Di Verona

Prof. Emilio Minelli, Centro Studi OMS, UNIV. di Milano

 

Omeopatia? Non è effetto placebo

L’Omeopatia è un universo in continua espansione ma l’efficacia terapeutica dei suoi farmaci è sempre messa in discussione (come dimostra la polemica tra il ministro e l’Anipro, l’associazione dei produttori di rimedi omeopatici), nonostante venga utilizzata da milioni di italiani. Nei suoi 200 anni di storia la disciplina fondata da Hahemann ha prodotto moltissimi lavori che sembrano confermare l’efficacia terapeutica, ma purtroppo la maggioranza di questi è stata sviluppata senza seguire gli standard metodologici propri della ricerca farmacologia. Ecco perché la Guna, in collaborazione con l’Associazione Medica Italiana di Omotossicologia ha condotto un lungo lavoro di analisi sulla vasta bibliografia esistente in omeopatia, selezionando quei lavori che rispetterebbero in modo rigoroso i criteri e le metodologie scientifiche. Il tutto è pubblicato nel volume edito da Guna “Omeopatia: gli studi scientifici che ne provano l’efficacia”, presentato da Alessandro Pizzocaro presidente della Guna, Lionello Dilani, direttore scientifico della rivista “La medicina biologica” che raggiunge 25.000 medici e coordinatore ella ricerca svolta, Eugenio Riva Sanseverino, Ordinario di fisiologia umana all’Università di Bologna.

Sono stati messi in evidenza gli studi che confrontano, l’efficacia dei medicinali omeopatici verso quelli allopatici utilizzati abitualmente nelle medesime patologie e i risultati, secondo gli autori, sarebbero di grande valenza scientifica, sanitaria e sociale. Risulterebbe dimostrato che l’efficacia degli omeopatici non è dovuta al “mitico” placebo, che generalmente il loro effetto è quanto meno sovrapponibile a quello dei farmaci allopatici di riferimento usati per le stesse patologie.

Rari gli effetti collaterali dei medicinali, peraltro meno costosi.

(Salute n° 311 del 04/04/02 a cura di Letizia Michelozzi)

L’ANGOLO DEL RADIONICO

Quando il cervello non funziona.


Con l’avanzare dell’età degli esseri umani il cervello sembra perdere colpi, la memoria peggiora, si perde la lucidità e tutto questo sembra   inevitabile.

A tal punto che la persona che transita nei pressi della maturità, accetta di buon grado questa perdita di funzionalità, con la speranza in cuor suo che l’avanzamento di questo stato sia il più lento possibile.

Ognuno di noi è a conoscenza di casi di vecchiaia assai poco dignitosa, della quale si dà generalmente per responsabile il morbo d’Alzheimer oppure l’arteriosclerosi.

Ognuno di noi si augurerebbe di diventare un simpatico e arzillo vecchietto, ma per accattivarci questa possibilità non facciamo assolutamente niente: invece possiamo.

La ricerca medica ha trovato una variabile fra l’età giovanile e la senescenza: il contenuto di proteine nel cervello che a 70 anni risulta essere circa un quarto dell’età dell’infanzia.

Le ricerche da parte radionica hanno trovato che il cervello umano viene insidiato da funghi e da virus.

Questi funghi sono di due tipi: uno che consuma le proteine del cervello ed un secondo che possiede un   gusto particolare per le cellule nervose, in particolare per quelle del cervello.

Dall’età di circa 40 anni, nessuno n’è esente, quindi una pulitura di queste presenze che non lavorano certamente a nostro beneficio, contribuirà certamente a mantenere più a lungo una funzionalità del nostro cervello vicina all’ottimale, sempre che non intervengano altri tipi di patologie.

Ah, per quegli amanti della patologia medica che li vogliano cercare, nei cadaveri per esempio, possono risparmiarsi la fatica, non li troveranno, poiché questi funghi sono attivi solamente sul piano eterico e quindi non visibili materialmente.

Se qualcuno si domandasse come essi possano distruggere fisicamente il tessuto del cervello, la risposta è che il piano eterico fornisce il campo di forze necessario al mantenimento della struttura cellulare del corpo fisico, quindi ogni lesione della controparte eterica di un organo fisico si ritrova di lì a poco al suo livello fisico.

Ma un cervello in ottimo stato fa comodo a qualsiasi età, un cervello con problemi crea un emarginato anche alle età più tenere.

Ora, proprio nei primi anni, quando affrontiamo l’ABC degli apprendimenti, c’è sempre un certo numero di bambini che esce dal gruppo dei cosiddetti normali, tacciati o di immaturità o di dislessia oppure di cretinismo, che sono solo vuote definizioni.

Un cervello, anche in età infantile, può essere danneggiato da un virus attivo, oppure ci si potrebbe trovare di fronte ad un caso di sub-nutrizione del cervello.

Ed è ancora una volta la Radionica che propone un controllo del cervello e dei suoi nutrienti, che sono i sali di Schussler specifici per ogni zona del cervello: il midollo allungato, il ponte, il cervelletto, il diencefalo, il cervello medio e la corteccia cerebrale.

Penso al caso astratto di un individuo che viene considerato condannato senza speranza, ritardato se non peggio, e che invece avrebbe bisogno di trovare il sistema di nutrire il suo cervello coi sali cellulari giusti oppure di liberarlo da un virus oppure disinfestarlo da qualche ceppo fungino.

(Diego Melandri – Radionico-)

L’AMBULATORIO  VETERINARIO

Vaccini: la riforma del mercurio

Questa comunicazione prende spunto dalla sospensione dal commercio di un vaccino antitifico contenente thiomersal, derivato del mercurio in varie formulazioni, presente nei vaccini con funzione di uccidere le cellule coltivate per la preparazione dei vaccini.

Ultimamente vi sono state parecchie segnalazioni riguardanti studi ed evidenze cliniche legate sia all’impiego di vaccini e a loro effetti collaterali anche gravi, che alla presenza di mercurio negli eccipienti del prodotto profilattico.

Questo decreto del 7 gennaio 2002, pubblicato interamente sulla G.U. apre la strada coi canali ufficiali ministeriali, Commissione Unica del Farmaco ed EMEA (Agenzia Europea per la valutazione dei farmaci), ad una revisione nella produzione su vasta scala di sostanze che dal punto di vista naturale, non hanno niente di naturale, quindi non corrispondono all’immunizzazione naturale, come si pensa, ma costituiscono, per la loro composizione, dei farmaci chimici a tutti gli effetti.

Secondo le indicazioni del decreto entro il 2002, dovrebbero essere tolti dai vaccini, tutti i derivati mercuriali presenti come conservanti, inoltre quei vaccini presenti in commercio dovrebbero essere ritirati entro giugno 2002.

Ma perché tanto interesse per il mercurio?

Lo troviamo dappertutto, come inquinante ambientale, in alcuni pesticidi, fungicidi, vernici antimuffa, termometri, batterie, vernici, carte da parati antimuffa, nelle cere per pavimenti, nella plastica, in cosmetica, nelle cere conservanti il legno, nei farmaci, nelle materie plastiche d’uso quotidiano: ad esempio nei fili interdentali, nei bastoncini di cotone per la pulizia auricolare e nasale, negli stuzzicadenti, nelle amalgame dentarie, negli assorbenti, in alcuni prodotto per l’igiene delle ferite, in alcuni disinfettanti (mercurio cromo), ecc..

Possiamo dire di conviverci senza renderci conto della diffusione di questo metalloide, entrato in ogni casa.

Quello che comunque interessa è la sua presenza nei vaccini e farmaci, non solo per uso umano, ma anche per uso veterinario, negli animali da reddito, vaccini compresi.

Questo pone il dubbio sulla quantità tossica di mercurio che ricevono animali in cui si prevede un piano vaccinale di 10-12 trattamenti nell’arco della vita produttiva.

(Francesco Dott. Vignoli – Veterinario in Castelfranco E.)

(Il testo integrale è visibile su www.naturalmail  rubriche)

 

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