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OMEOPATIA


Omeopatia: una scelta filosofica, non un metodo - 1°parte -

«Un gruppo di dottori che ascoltasse di nascosto la conversazione di un gruppo di omeopati avrebbe, in media, molto in comune con un marziano a cui accadesse di captare la radiocronaca di un incontro di cricket.»
In questa frase si condensa la realtà; quella di una differenza fondamentale e totale che viene dalla maggioranza puntualmente o negata o ignorata.
Sbagliano profondamente coloro che dicono che la medicina è una e che l’omeopatia è solo una diversa tecnica terapeutica.
Hahnemann nel suo Organon:
“I due metodi (omeopatico ed allopatico) sono contrari l’un l’altro e solo chi non li conosce può illudersi che si possano avvicinare e anche abbinare…Questo procedimento costituisce un tradimento delittuoso verso la divina Omeopatia”.
La medicina è “una” per coloro che non vogliono vedere la verità e comprendere ciò che è diverso dal loro pensiero, perché troppo traumatico sarebbe rendersi conto che ci sono altri modi di pensare e altri modi di concepire l’uomo e la vita, tali da mettere in crisi il loro metodo e la loro filosofia.
L’omeopatia e la sua concezione energetica sono una filosofia così totalizzante e originale che richiede lunghi studi e lunghe meditazioni, anche e soprattutto interiori, perché venga compresa a fondo e capita al punto tale da poter essere utilizzata in modo da sfruttarne tutte le potenzialità.
Mediamente viene utilizzata in modo discretamente efficace, ma non perché la si comprende, ma solo perché i rimedi sono efficaci di per se stessi.
Anche se questo uso incosciente ne limita le possibilità, si riesce comunque a dare risposte sufficienti, pur non sfruttandone le vere potenzialità.

È pur vero che l’omeopatia risulta di difficile comprensione se non si studia la fisiologia energetica cinese, che è l'unica visione completa e approfondita del funzionamento delle energie del corpo e delle loro relazioni con le varie dimensioni dell’essere umano, e cioè: quella spirituale, emotiva, mentale e organica. L’Omeopatia ha estremo bisogno di completarsi con la fisiologia energetica cinese, perché altrimenti non ha alcuna fisiologia di riferimento.
Kent :
«La fisiologia moderna non dispone di una teoria della forza vitale, e perciò non ha una base su cui costruire. La dottrina della forza vitale non è accettata oggi dagli insegnanti di fisiologia: perciò, agli occhi dell’omeopata, la vera fisiologia non si insegna ancora. Senza la forza vitale, senza la sostanza semplice, senza considerare a un tempo l’interno e l’esterno, non si comprende la causa e perciò neppure la sua relazione con l’effetto.»
Hahnemann fu sicuramente un genio ma credo che la mancanza di una codificazione di una fisiologia energetica, come ad esempio, quella cinese, non gli permise di creare quel quadro totalmente logico e coerente, che tanto sarebbe servito per chiarire meglio sia il funzionamento dei rimedi che i vari concetti di malattia, guarigione ecc.
Quello che lui intuiva e al contempo praticava, attraverso il suo sesto senso geniale, andava oltre le parole e i termini da lui posseduti per descriverli.
Gli ci sarebbe voluta un'altra vita, per codificare un sistema completo.
La sua genialità era tale da trascendere il linguaggio utilizzato e i concetti conosciuti fino ad allora e anche fino ad oggi per la maggioranza delle persone.
Questa critica non si riferisce alla sostanza delle sue intuizioni ma solo alla qualità dell’esposizione.
Hahnemann da uomo pratico non si soffermò certo a perdere tempo su questo e cercò di pensare maggiormente a guarire i malati, perché sentiva che doveva essere quella la sua prima responsabilità.
Hahnemann, nel divulgare l’omeopatia, non aveva certo come obbiettivo quello di farsi conoscere per essere famoso, ma solo quello di estendere a più persone possibili i benefici derivanti dalle sue intuizioni ed esperienze.
Quale migliore unione, se non con quella che da millenni è la principale filosofia e fisiologia di riferimento per chi ritiene l’essere umano un insieme di energie dinamiche, guidate da una logica e una volontà precise?
Nessun’altra se non la fisiologia energetica cinese e la sua espansione: l’Energetica dei sistemi viventi, quella che l’antica cultura cinese trasmette anche attraverso il famoso libro dell’ I King.
Universalmente Hahnemann è riconosciuto, come abbiamo già indicato, il fondatore dell’Omeopatia.
Egli chiarì in modo sostanzialmente preciso che cosa volesse dire “praticare Omeopatia”.
Non tutti gli aspetti della filosofia omeopatica furono definiti in modo completo o chiaro, ma sostanzialmente egli definì delle direttive molto precise alle quali non ci si può sottrarre se si vuol fare veramente Omeopatia.
Le conclusioni primarie dell’Omeopatia sono le fondamenta solide di una casa che ha bisogno solo di alcuni ritocchi (linguistici) e qualche completamento in alcune sue parti, ma non certo nella sua struttura.
Non si può dire altrettanto dell’Allopatia, di cui nessuno ne definì la filosofia e le direttive che la renderebbero un sistema capace di evolversi lungo delle linee logiche e non attraverso strade empiriche e disgiunte, che poi spessissimo vengono negate o abbandonate nei passaggi successivi.

L’Omeopatia è se stessa da duecento anni, risolveva casi impossibili allora come oggi, non ha bisogno di negarsi o contraddirsi per migliorarsi, è logica, coerente ed efficace nel tempo.
L’unico suo “difetto” è che la sua efficacia dipende quasi totalmente dalle capacità dell’omeopata.
Oggi il principale nemico della comprensione dell’Omeopatia è la confusione derivante dai diversi sotto sistemi nati dall’incapacità dei vari omeopati di comprenderla e praticarla fino in fondo.
Questi sistemi si rifanno al termine “Omeopatia”, ma nessuno di questi può in realtà definirsi omeopatico.
È fondamentale quindi chiarire nel dettaglio cosa sia veramente l’Omeopatia.
(Marcello Mosconi – Omeopata in Mirandola di Modena)

(Diego Melandri – Radionico - )

(Il testo integrale è visibile su www.naturalmail.it rubriche)