La Comunità europea ha emesso, nel 2002, una direttiva (1) che imporrà regole severissime per il commercio dei prodotti nutritivi che contengono vitamine e minerali, i cosiddetti integratori alimentari. Le nuove regole verranno imposte un po' alla volta, ma l' agosto dell'anno prossimo segnerà un passo importante: secondo l'articolo 15 della direttiva, gli stati membri dovranno "... vietare il commercio di prodotti non conformi alla presente direttiva al più tardi a decorrere dal 1° agosto 2005".
Restrizioni severissime
Secondo i dettati della nuova norma dovranno sparire dal mercato i prodotti che contengono forme di vitamine o minerali non elencate negli allegati della direttiva stessa. Alcuni esempi: La vitamina E contenente tocoferoli misti e tocotrienoli (sarà permesso soltanto l'alfa-tocoferolo); diverse forme di carotene (troveremo solamente il beta-carotene); la metilcobalamina (una forma della vitamina B 12); lo zolfo, il boro, il vanadio, la silice, praticamente tutti i minerali in traccia (non sono elencati e perciò non saranno più utilizzabili); le forme più biodisponibili dei minerali comuni quali calcio, magnesio, potassio, ferro, zinco, rame (non sono previsti, secondo gli elenchi della direttiva, per esempio, orotati, chelati, aspartati, picolinati e lieviti ricchi di minerali biodisponibili). L'elenco delle sostanze dimenticate (2) e cioè da vietare, è lungo - circa 300 tra vitamine e minerali. La cosa sta mettendo in subbuglio produttori e medici, commercianti e consumatori.
Per le vitamine e minerali che rimarranno in commercio secondo gli elenchi ristretti della direttiva, verranno poi fissati dei limiti di dosaggio che si annunciano sensibilmente più bassi di quelli che oggi sono disponibili e vengono utilizzati da milioni di persone in tutto il mondo senza problemi di sorta.
La direttiva annuncia un regime così restrittivo che produttori e negozianti di diversi paesi si sono uniti con medici, naturopati e moltissimi consumatori in una alleanza contro le restrizioni previste dalla legislazione europea. La Alliance for Natural Health (3) ha iniziato, nel 2003, una causa legale contro le restrizioni alla disponibilità di integratori vitaminici imposte dalla direttiva. Questa causa, partendo dall'Inghilterra, è già approdata alla Corte europea in Lussemburgo e verrà discussa nei prossimi mesi.
Il caso italiano
Nel frattempo però, ogni paese europeo è tenuto a trascrivere la direttiva europea in legge nazionale. L'Italia ha provveduto con un decreto legge (4) approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 21 maggio. Il decreto non solo trasforma le severissime regole della direttiva in legge italiana come di dovere, ma aggiunge che "in attesa dell'adozione di specifiche disposizioni comunitarie, i livelli ammessi di vitamine, minerali ed altre sostanze sono definiti nelle linee guida (5) sugli integratori alimentari pubblicate dal Ministero della salute."
Sembra una frase abbastanza innocua, finché non andiamo a scoprire che, secondo le prescrizioni ministeriali, la vitamina E sarà limitata a 30 milligrammi, la vitamina C a 180, la B 1 sarà disponibile fino a 2 milligrammi e la vitamina B 6 a 3, tanto per dare qualche esempio. La linea seguita dal ministero è quella di un limite generalizzato per le vitamine ai dosaggi corrispondenti al 150 % dei livelli di riferimento, con l'eccezione della vitamina C e la vitamina E che sarebbero disponibili fino a tre volte (300 %) delle RDA.
Se questo pare poco, in compenso saremo, grazie all'etichettatura, messi al corrente della percentuale dei livelli di riferimento (RDA) in ogni prodotto; ci verrà detto di non esagerare (avvertenza obbligatoria per tutti i prodotti) e di non dare le nostre vitamine in mano ai bambini sotto i tre anni di età. L'etichetta ci informerà pure che le vitamine "non sono adatte a sostituire una dieta variata".
L'uso delle vitamine e dei minerali verrà così limitato a dosaggi minimi, alle quantità assolutamente necessarie per evitare le malattie di carenza tipo scorbuto e beri-beri. L'apporto ottimizzato di nutrienti, importante per rafforzare le difese immunitarie e per raggiungere un livello di salute ottimale invece, verrà proibito d'ufficio, così come ogni riferimento all'eventuale prevenzione di malattie. Chiaramente, per chi di vitamine fa un uso serio e quotidiano o chi con l'aiuto di integratori "veri" magari è riuscito a scongiurare dei mali seri oppure semplicemente non si ammala più da diversi anni della solita influenza invernale, è una vera follia.
Mentre gli esperti si lamentano dell'aumento delle spese sanitarie che cominciano a dissanguare le casse dello Stato, ci viene praticamente vietato di far uso della prevenzione nutrizionale, quella che paghiamo di tasca nostra.
Quello che stupisce è che il governo italiano propone di agire in modo ancora più restrittivo di quanto non sia prescritto dal legislatore europeo, per il quale eventuali limiti di dosaggio dovrebbero orientarsi alle "valutazioni dei rischi condotte nell'ambito di studi scientifici generalmente riconosciuti?". La severità del nuovo regolamento italiano per le vitamine è tanto più sorprendente perché non solo va oltre quello che prescrive la direttiva europea ma contravviene anche la più recente giurisprudenza (6) in materia di limiti di dosaggio vitaminico.
La Corte europea ha già detto 'No'
La Corte europea si è occupata della questione su sollecito della stessa Commissione Europea. Nel lontano 1999, la Commissione aveva contestato la prassi amministrativa della Germania, secondo la quale prodotti contenenti fino al 300 % delle quantità raccomandate per le vitamine venivano considerati alimenti e quelli eccedenti furono respinti perché considerati medicinali senza la prescritta autorizzazione.
Ravvisando in quella prassi una barriera per il libero commercio di prodotti legalmente venduti in altri stati dell'Unione, la Commissione sollecitava alla Germania un cambiamento. Le autorità tedesche rifiutarono e la Commissione inizio' un procedimento dinanzi la Corte europea. La Finlandia e la Danimarca si unirono alla Germania nella difesa, ma la Corte, nella sua recente sentenza (6) pubblicata il 29 aprile 2004, decise che eccezioni al libero commercio sono giustificabili solo nel caso che le autorità sanitarie di uno stato membro ravvisino in un prodotto dei pericoli e agiscano per proteggere la pubblica salute. Il limite generalizzato del 300 % delle quantità raccomandate di vitamine come metro di riferimento fu ritenuto illegale dalla Corte, e la Germania condannata al pagamento delle spese del processo.
Due "sistemi sanitari"
Abbiamo, oggi, due sistemi sanitari che si contrappongono l'uno all'altro.
Il sistema "ufficiale", dominato dalle multinazionali della chimica farmaceutica e finanziato quasi interamente dallo Stato, sta prosciugando le casse dei piani sanitari nazionali a ritmi sempre crescenti. Attualmente la Guardia di Finanza (7) indaga sull'eccezionale aumento della spesa farmaceutica a carico del servizio sanitario nazionale italiano, cresciuta secondo la Federfarma del 8,1 % rispetto ad un anno prima.
Questo stesso sistema sanitario, lungi dal proteggere la nostra salute in modo compiuto, è diventato, secondo le statistiche di mortalità in diversi paesi occidentali, una delle principali cause di morte prematura (8). Gli effetti tossici o effetti "collaterali" dei farmaci causano, secondo le statistiche ufficiali e le ricerche pubblicate su prestigiose pubblicazioni mediche, più di centomila morti ogni anno solo negli Stati Uniti d'America. Esteso al mondo occidentale, dove la medicina farmaceutica è maggiormente radicata, ciò significa che ogni giorno muoiono a causa di farmaci l'equivalente dei passeggeri di ben due aerei jumbo - come se ogni giorno dell'anno cadessero dal cielo due Boeing 747, seminando morte e disperazione. Potrebbe sembrare strano che gli esperti di un sistema a tasso di mortalità così alto possano determinare, con i loro suggerimenti ai legislatori, quali nutrienti ci sia permesso ingerire e quali no.
Il timerosal nei vaccini (9), i dolcificanti artificiali neurotossici (10), le statine che spesso sono causa della perdita di memoria (11) e di dolori muscolari fortissimi fino ad aggredire il tessuto muscolare fino alla morte per collasso renale, le amalgame dentali che rilasciano mercurio tossico giorno dopo giorno (12), gli psicofarmaci per bambini "troppo vivaci" (13) che che spesso portano al suicidio e alla violenza incontrollabile caratterizzano questo sistema così come l'incontrollato uso di antibiotici, la vaccinazione imposta d'autorità e il trattamento del cancro mediante radiazioni e potenti veleni chiamati chemio-terapia. Il paradigma di questa medicina imposta d'autorità è fallimentare. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
L'altro sistema sanitario è quello gestito da ognuno di noi a spese proprie. Ne fanno parte un'alimentazione sana, senza pesticidi e additivi vari, spesso a base di alimenti provenienti dall'agricoltura biologica o biodinamica, l'integrazione di vitamine, minerali e altri fattori nutritivi, l'uso dei rimedi tradizionali a base di erbe, la medicina omeopatica di lunga tradizione tedesca e francese, l'uso di oligoelementi e aromi, la medicina millenaria tramandataci dall'antica Cina, il sistema ayurvedico di alimentazione, salute e medicina dall'India, le cure elettromedicali e quelle a sfondo energetico e spirituale, per nominarne solo alcuni.
Questa pluralità di metodi nuovi e antichi ha in comune la comprensione e il rispetto per le funzioni del corpo umano, la prevenzione delle malattie e - a seconda dei casi - interventi dolci, che rafforzano le funzioni dell'organismo. Gli interventi cercano di eliminare le cause delle malattie piuttosto che attaccarne i sintomi.
Oltre all'importanza che viene data alla prevenzione, all'ottimizzazione della salute e al benessere, questo "altro" sistema sanitario ha l'ovvio pregio di un costo molto più contenuto di quello dei rimedi chimico/farmaceutici. Quest'ultimi si trovano protetti dalla concorrenza del libero mercato perché coperti da brevetti e perché godono di una posizione dominante imposta da leggi pensate per eliminare le alternative. E' ironico che a giustificazione di queste leggi si citi spesso la "necessità di tutelare i consumatori".
La "pericolosa overdose vitaminica", paventata per giustificare l'intervento legislativo, in effetti non estiste! E' stata inventata di sana pianta a scopi propagandistici da chi ci vuol vendere ancora più farmaci a prezzi stratosferici. Se guardiamo i fatti e le statistiche di mortalità (14), l'inganno diventa ovvio: la paventata pericolosità degli integratori nutritivi e delle erbe esiste solo nella fertile immaginazione di chi ha interessi legati al paradigma contrapposto. Le morti vere avvengono per effetto collaterale dei farmaci approvati dopo tanto di studi scientifici, non per colpa di integratori nutritivi.
Posizione di monopolio
Il sistema sanitario dominato dal paradigma farmaceutico si trova attualmente in una posizione assolutamente dominante. Si tratta quasi di un monopolio garantito dallo Stato: le cattedre universitarie, la ricerca, le comunicazioni della stampa, le decisioni sulle cure approvate sono tutte in mano a personale formato all'insegna dell'intervento chimico e farmaceutico. Perfino gli esperti ai quali danno ascolto le autorità sanitarie e le assemblee parlamentari dei paesi occidentali sono di provenienza "di parte", di formazione rigorosamente farmaceutica.
La prevenzione invece viene vista quasi come atto di disturbo. Interventi basati sull'alimentazione, sull'integrazione nutritiva e su altre tecniche dolci si trovano sotto continuo attacco da parte dei proponenti della medicina farmacologica. La direttiva europea sugli integratori e il decreto legge italiano non sono che la logica conclusione di una lotta del sistema chimico/farmaceutico dominante contro una concorrenza fastidiosa.
Questa concorrenza propone delle alternative valide che, se fossero utilizzate appieno, farebbero seria concorrenza ad un'industria molto redditizia ma anche estremamente costosa. Il prezzo lo paghiamo sia in termini di salute e di morti causate dal sistema che nella spesa sanitaria diventata quasi insopportabile per l'economia dei vari paesi.
Dov'è l'antitrust?
Esiste un'autorità preposta a prevenire la formazione di poli dominanti nell'industria. Compito dell'Autorità Garante della concorrenza e del mercato è appunto quello di prevenire la formazione di concentrazioni commerciali dominanti e l'abuso di queste posizioni a scapito di chi deve sostenerne la spesa. (15) La nostra salute e le soluzioni per cercare di migliorarla indubbiamente sono un grande affare, gestito secondo le regole del mercato.
Benché la legge faccia riferimento alla concorrenza tra imprese commerciali, anche la formazione di un intero sistema della salute prevalente a scapito di altre metodologie, dovrebbe rientrare nei poteri dell'Autorita Garante. Dopo tutto, si tratta di un vero e proprio cartello commerciale formato da un insieme di imprese farmaceutiche multinazionali, imprese tra le più redditizie in termini di investimento e certamente non tenere nell'eliminazione della concorrenza.
Proibizionismo e mercato nero
Quando esistono leggi di proibizione oppure una forza commerciale dominante che agisce a scapito di tutte le altre, è facile che si formi un mercato fuori dalle logiche imposte d'autorità. Nero o grigio che sia, quel mercato è basato sulla volontà degli utenti, che in qualche modo si sentono incompresi, o peggio, raggirati. La soluzione non è un controllo più arduo bensì una attenta analisi della situazione senza preconcetti.
Nella lotta contro le droghe, la proibizione dell'uso si è rivelata fallimentare (16) come già prima la proibizione dell'alcool, per quanto possa essere sostenuta da interventi di forza militare e giudiziaria. La protezione del copyright, cara alla potente industria della musica, agli studi di Hollywood ed ai giganti del software, sta in forte contrasto con gli interessi degli utenti: lo scambio della musica on line e l'uso sempre più prevalente di software "open source" stanno mettendo i rispettivi monopoli in difficoltà.
Forse anche nel campo della salute saremo presto testimoni del formarsi di un mercato alternativo di gigantesche proporzioni. Se il potere legislativo e le nostre amministrazioni sanitarie continueranno a seguire la strada della protezione del cartello farmaceutico, abilmente suggerita dagli "esperti" del settore, la disobbedienza in tema salute diventerà un trend inarrestabile.
La salute è un diritto?
Secondo l'articolo 32 della Costituzione italiana, lo Stato "tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività".
Anche la legge internazionale riconosce il nostro diritto di raggiungere il massimo standard di salute. Il patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (17) impone, con il suo articolo 12, agli stati parte del patto di riconoscere "il diritto di ogni individuo a godere delle migliori condizioni di salute fisica e mentale che sia in grado di conseguire".
Non esiste perciò ragione logica che potrebbe giustificare la proibizione di prodotti nutritivi o comunque naturali per la salute, specialmente quando non si può escludere che questi prodotti possano essere essenziali per alcuni di noi per ottenere e mantenere un nostro stato ottimale di salute.
Se il paradigma farmaceutico della salute impone una tale proibizione o una severa limitazione della disponibilità al pubblico di prodotti e metodiche viste come concorrenziali, va trattato come ogni altro cartello commerciale: la sua influenza pervasiva sulla nostra vita e sulle politiche della salute va limitata. Il monopolio che oggi esiste e che determina le scelte sanitarie va smantellato.
Josef Hasslberger
Roma, 10 giugno 2004
Riferimenti:
1) Direttiva europea sugli integratori alimentari - testo reperibile al http://www.laleva.cc/supplements/OJ_Eudirective_supplements.pdf
2) Elenco di sostanze vitaminico/minerali attualmente in commercio in Europa ma non contenute negli allegati della direttiva e cioè da vietare: http://www.laleva.cc/supplements/forgotten_substances.html
3) Website of the Alliance for Natural Health:
http://www.alliance-natural-health.org/
4) DECRETO LEGISLATIVO - Attuazione della direttiva 2002/46/CE relativa agli integratori alimentari
http://www.greenplanet.net/Articolo3118.html
5) Ministero della Salute - Linee Guida su integratori alimentari, alimenti arricchiti e funzionali - Criteri di composizione e di etichettatura http://www.ministerosalute.it/alimenti/dietetica/dieApprofondimento.jsp?lang=italiano&label=int&id=59
6) Sentenza della Corte Europea (Sesta Sezione) Causa C 387/99 - 29 aprile 2004 http://curia.eu.int/jurisp/cgi-bin/gettext.pl?lang=it&num=79959570C19990387&doc=T&ouvert=T&seance=ARRET
7) Comunicato Stampa del Comando Generale della Guardia di Finanza - 21 maggio 2004
8) Death by Medicine - by Gary Null PhD, Carolyn Dean MD ND, Martin Feldman MD, Debora Rasio MD, Dorothy Smith PhD
http://www.mercola.com/2003/nov/26/death_by_medicine.htm
9) Vaccini al Mercurio - Trasmissione Rai 3 "Report" Stefania Rimini"
http://www.laleva.cc/cura/report_vaccini.html
10) Cause legali contro l'aspartame accusano diverse aziende
http://www.laleva.org/it/2004/04/cause_legali_contro_laspartame_accusano_diverse_aziende_di_avvelenamento_del_pubblico.html
11) Duane Graveline M.D. - Lipitor, Thief of Memory
http://www.newmediaexplorer.org/chris/2004/05/05/lipitor_thief_of_memory.htm
12) Lorenzo Acerra: AMALGAME DENTALI - una scelta a rischio?
http://www.omeolink.it/pages/amalgama.htm
13) Laboratorio per la ricerca e lo sviluppo del benessere psico-sociale - INFO-LAB n. 01 - agosto 2001
http://www.laleva.cc/cura/ritalin/ritalin_infolab.html
14) Ron Law - La Sicurezza degli Integratori Alimentari a Confronto
http://www.laleva.cc/petizione/italiano/ronlaw_it.html
15) Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
http://www.agcm.it/
16) Appello per la riforma delle Convenzioni ONU sulle droghe
http://www.radicalparty.org/lia_paa_appeal_new/form.php?lang=it
17) Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali
http://www.volint.it/scuolevis/dirittiumani/patto_dir_soc.htm